L'inquinamento luminoso è uno dei problemi principali dell'astronomia
amatoriale. Il Gruppo Astrofili Frentani, come ogni altra associazione di astrofili,
è particolarmente sensibile a questo problema: qui di seguito è
riportata un'ottima sintesi di come gli amanti del cielo
percepiscono questo problema. Il testo che segue è tratto integralmente
dal sito ufficiale dell'Unione Astrofili Italiani:
I raggi luminosi (fotoni od onde elettromagnetiche) emessi dalle fonti
luminose atificiali quali: i lampioni stradali, le torri faro, i globi, le insegne,
ecc., diretti verso il cielo, danno luogo all'inquinamento luminoso., cioè alla
rottura dell'equilibrio naturale luce/buio. Una qualsiasi civiltà extraterrestre
che osservasse il nostro pianeta scoprirebbe che esso è abitato notando
l'irradiazione luminosa notturna e quali effetti avrebbe tale scoperta? L'effetto
più immediato attribuibile all'inquinamento luminoso è l'azione di
"oscuramento" della visione notturna del cielo, come può essere facilmente
riscontrato osservando il cielo di notte dalle nostre città. Con un tale cielo,
senza neanche una stellina visibile, i nostri avi non avrebbero scoperto nulla;
invece gli antichi popoli d'oriente del primo millennio avanti Cristo, (Caldei,
Babilonesi, Greci), posero le basi dell'astronomia proprio grazie al cielo
limpido e nero, trasferendo così le loro conoscenze a Copernico, Keplero e
Galileo. Lontani sono quei tempi e l'uomo moderno guidato dalla sua cecità
illumina a giorno le città perché ha paura del buio. Sembrerà strano ma è
stata creata una "notte diurna" con uno "spreco energetico alle stelle". La
situazione migliora leggermente uscendo dagli agglomerati urbani, ma anche
in piena campagna si nota una campana luminosa che mescolandosi
all'orizzonte con l'inquinamento atmosferico toglie alla visuale il suo antico
splendore. I grandi osservatori astronomici sono posti nelle poche zone buie
del pianeta, come le Ande Cilene o le isole Canarie (dove è situato il
telescopio nazionale Galileo) o addirittura nello spazio (telescopio spaziale
"Hubble").
E' indubbio che tutti, direttamente o indirettamente, addetti ai lavori o non,
siamo interessati alla sopravvivenza dell'astronomia, alcuni per motivi
scientifici o amatoriali, altri anche per motivi economici. Allora, vista la
legge di crescita dell'inquinamento luminoso, solo con uno sforzo comune si
riuscirà a tamponare la falla apertasi nel nostro amato cielo e se non si passa
alle azioni concrete gli effetti saranno ovvii: gli osservatori del cielo
dovranno riporre i loro telescopi in cantina, i commercianti vedranno
drasticamente ridotte le loro vendite, le riviste astronomiche, se
sopravviveranno, dovranno trattare di prodotti preconfezionati o di argomenti
lontani dall'astronomia popolare. D'altronde è inconfutabile che l'uomo
moderno non può fare a meno delle fonti luminose, anche per motivi di
sicurezza e nessuno vuole farlo tornare al buio più completo, neanche
l'astronomo o l'astrofilo più incallito, ma sicuramente è richiesta una politica
energetica e dell'illuminazione di nuova concezione e solo se sarà attuata
l'uomo ne uscirà vincitore. E' ormai inderogabile una legge dello Stato che
regolamenti l'emissione luminosa, e sia un punto di riferimento per operare
localmente sul territorio.
Il Gruppo Astrofili intende portare avanti una campagna anti-inquinamento luminoso: qui di seguito sono riportate alcune fotografie che illustrano il problema nella zona frentana:
E' nostra intenzione documentare eventuali abusi del cielo.